La ricchezza deve servie necessariamente ad un parziale reinvestimento, ma deve anche necessariamente servire ad offrire un tenore di vita migliore per coloro che quella ricchezza ha contribuito a realizzare.
La guerra fra poveri non ha mai garantito la giustizia sociale.
Gravi problemi interessano oggi la politica italiana: la corruzione, l’assenza interessata delle Istituzioni, la cui conseguenza è la distruzione di partiti politici e in più attacca con forza le confederazioni sindacali con l’intento di ridurle al silenzio.
Si cerca, intanto, di creare un nuovo soggetto politico in grado di mettere in subordine non solo il potere legislativo, ma anche di condizionare il potere esecutivo.
L’unica risposta significativa alla nostra paura è la formazione e la competenza, ma per questo necessita quella cultura che alimenta di sostanza politica le formazioni partitiche.
La cultura in posizione di difesa deve accogliere l’istanza di rinnovamento e di confronto delle aspettative dei cittadini messi difrote all’eccessivo potere dei partiti e dei loro piccoli leaders.
C’è la necesistà di una riforma morale della politica, di una costituente che ridia il diritto di cittadinanza agli italiani, far ritrovare la coscienza, oggi turbata dai tragici eventi che ogni giorno hanno come sola conseguenza il mantenere i cittadini in uno stato di impotenza, di debolezza e di paura.
Siamo qui perchè noi ci vogliamo impegnare affinchè il tessuto sociale possa ritrovare nuovo vigore e un solido fondamento, per poi ritrovarci ancora italiani in una lunga e fortunata attività necessaria alla crescia e alla ricostruzione del paese su temi non solo materiali, ma anche morali e spirituali.
Una conferenza programmatica non è tale se le idee che genera non hanno piena e attuale cittadinanza nel mometo storico in cui si trova la nostra Nazione.
La crisi non ha solo turbato, ma anche spaventato la popolazione: è ormai di tutta evidenza per l’esperienza che tutti giornalmente viviamo.
Noi siamo timorosi per la tragiche vicende che tutti i giorni ci sconvolgono, ma il nostro timore deve essere almeno pari alla paura che dovremmo e dobbiamo susictare in chi viene per spaventarci.
Le troppe sperequazioni economiche, le ingiustizie sociali, l’indifferenza morale comprimono il progresso e generano ingiustizia.
Solo un decisivo ed effettivo intervento sul lavoro consentirà la sconfitta della povertà e di in iziare un cammino di benessere.
Sconfitta la rassegnazione si tornerà a ritrovare unità e parità di diritti, riscoprendo così l’operosa attività di veri cittadini italiani.
19 Aprile 2017,
Giorgio Simoncini
U.G.L. Regione Toscana